giovedì 16 dicembre 2010

Rugby Badia: Unico denomitore comune "manca la voglia"!

Al Rugby Badia sembra mancare la voglia di giocare bene a Rugby.

Non è soltanto una sensazione personale di chi scrive quest'articolo, lo dicono i tifosi dalle tribune, lo affermano a fine gara gli allenatori dalle panchine, lo scrivono nei loro articoli i giornalisti.

Lo pensano di sicuro quei giocatori che di voglia ne hanno da vendere.


I dirigenti delle tre società di Rugby a Badia si interrogano, o almeno dovrebbero farlo, sulla situazione attuale dell'ovale a Badia e lo fanno a 360°.

Il Rugby Badia dispone di impianti sportivi nuovi, spaziosi ed accoglienti da far invidia a più blasonate società sportive.



Le qualità dei singoli schierati nelle nostre fila è fuori discussione, disponiamo di giocari di qualità dalle giovanili fino alla serie A.

I numeri della Rugby Junior Badia sono cresciuti, con oltre 150 iscritti per una località come Badia, una cifra che rappresenta un merito per tutto l'enturage del Rugby Badia.
Due eccellenze rappresentano fuori dai confini locali il Rugby Badia, e tracciano per i più giovani il cammino da seguire, la prima squadra che milita nel campionato di rugby Nazionale di serie A1 e l'Accademia Rugby Badia con la categoria under 18 partecipa al girone "Elite" del campionato di categoria.

E' evidente a tutti il lavoro svolto che ha portato il Rugby a Badia ad essere sempre citato come esempio di una società sana, con buoni principi e con evidenti capacità organizzative.

E allora, cosa manca al Rugby Badia per giocare bene al Rugby?

Al Rugby Badia sembra mancare la voglia, ed è più di una sensazione.

Se non ci perdiamo nel moralismo che spesso la fa da padrone nelle considerazioni dei valori che appartengono al mondo del rugby, se ci soffermiamo ad analizzare con onestà gli ultimi risultati ottenuti dalle nostre formazioni vedremo che il verdetto del campo parla di una nostra diretta responsabilità nelle sconfitte e nella mancanza di personalità delle nostre formazioni.

Ai nostri ragazzi in campo è mancata la voglia, la fame di vittoria.
L'orgoglio che viene dalla consapevolezza dei propri mezzi. Ma non credo davvero sia tutta loro (dei giocatori) la responsabilità.

Ci si chiede quale sia l'antidoto che faccia venire la voglia di giocare bene a rugby, di sbagliare meno e crederci di più, tutti!
Si spera nella soluzione che porti quell'iniezione di fiducia nei propri mezzi che ci permetta di giocarci tutti i minuti a disposizone con tutte le nostre forze.

Mai sentito parlare di mentalità? di personalità?

E' verissimo noi a Badia sui campi di rugby siamo dei grandi lavoratori, fatichiamo durante gli allenamenti. La domenica siamo attenti a valutare i nostri errori e con desiderio cerchiamo i giusti correttivi aiutati dagli staff tecnici e dai preparatori.

A noi non manca di certo la voglia fare! la voglia di giocare!

A noi manca la mentalità vincente (non solo nel risultato finale), quella che ti forma una personalità   che non si accontenta di fare e di giocare ma vuole farlo bene!


A noi manca l'orgoglio delle personalità vincenti, un orgoglio che non ti porta mai ad essere soddisfatto di aver fatto il tuo dovere. Quell'orgoglio che ti porta a fare di più a superare il tuo limite.

Una mentalità che non può ridursi al singolo e nemmeno al ristretto gruppo dei giocatori. Riguarda tutti, allenatori, dirigenti, tifosi.
Eppure a tutti piace veder premiato il proprio sforzo, la vittoria ripaga di tutte le fatiche. A noi basta fare del nostro meglio, essere bravi a svolgere il nostro compito poi se arriva il risultato meglio.

Ma così i risultati non arrivano e a noi è capitato, e allora ci si lamenta e si cercano gli errori e si evidenziano i comportamenti sbagliati e ci si dimentica della mentalità, della personalità del gruppo Rugby Badia.

Ma se pensiamo ai risultati positivi che abbiamo raggiunto, sono sicuro che non sono venuti perchè i nostri avversari erano meno capaci di quelli che affrontiamo oggi.
I risultati che abbiamo ottenuto in passato, non sono venuti per l'ingresso in campo di talenti eccezionali rispetto a chi oggi veste la nostra maglia.
Il risultato viene quando ci poniamo con il giusto carattere, con la personalità che viene dall'impegno e dalla fatica e non permette facilmente che questi sacrifici e queste capacità vengano meno durante le partite.


La tentazione di dire come si dovrebbe fare è forte, il lunedì nei bar del centro è pieno di buoni consigli su come migliorare la situazione di quella o quell'altra squadra. A parlare siamo bravi tutti. Nessun consiglio in questo articolo.

Semmai uno spunto a chi con il Rugby Badia ci lavora tutti i giorni, dirigenti, allenatori, giocatori, staff tutto.

Chi scrive frequenta assiduamente gli impianti sportivi di via Martiri di Villamarzana, vedo le squadre allenarsi e le seguo nelle partite dal bordo del campo. L'impegno da parte di tutti non manca a Badia di fatica ne facciamo e tanta, ogniuno nel proprio compito.

Di sicuro manca una mentalità "condivisa".

Un esempio per capire meglio perchè ho usato la parola "condivisa" può venirci in aiuto dal mondo delle aziende private dove, chi condivide gli obbiettivi con i propri dipendenti non soltanto ottiene di più dagli stessi dipendenti ma riesce a creare una mentalità "aziendale". Ed all'interno della strategia dove sono chiari gli obiettivi della squadra, vengono individuati degli obiettivi individuali che servono a farti crescere ed allo stesso tempo accrescono il collettivo.

Occorre un cambiamento di mentalità, che è alla nostra portata ma che oggi emerge a corrente alternata spesso su iniziative personali. Occorre lavorare sulla mentalità, che ci deve vedere vincenti non solo sul piano dell'impegno e della fatica ma del premio al collettivo.
Una mentalità che forma il carattere a fare bene, la fatica di tutti messa a disposizione di tutti.

Non ci manca di certo la voglia di fare, ci deve venire la voglia di fare BENE!



3 commenti:

  1. Caro editore,
    il rugby in Italia è un qualcosa di particolare;vorremmo esser professionisti ma non lo siamo,esiste invece una lunga schiera di simil mercenari che vagano da un posto all'altro in cerca di tirar avanti!
    Non mi sto riferendo alla realtà di Badia,era solo una considerazione obbiettiva di un dato di fatto.
    Qualche anno fa Badia aveva una squadra che sulla carta faceva ridere,Righetto a parte tutti della provincia di Rovigo...ah beh,Anover era franco marocchino ma...badiese acquisito.
    Il fatto è che c'era un discreto,non buono,DISCRETO gruppo,con qualche capo carismatico,i famosi leader,riconosciuto dai più,che senza tanto ciarlare lavorava(bada che è il gruppo che lavorava :) ).
    Io manco da allora e da fuori non è così semplice capire/carpire/analizzare,ma da quel poco che ho visto,sentito e discusso con molti giocatori posso dire che è venuta a mancare la DISCIPLINA.
    La disciplina è innanzi tutto pensare al MIO lavoro e non a quello dei compagni;la disciplina è rispettare le direttive e le scelte tecniche (i 15 che partono titolari)dell'allenatore e non contestarle a priori,perchè se fai quel che ti dice e va male ne parliamo,ma se non lo fai...;la disciplina è anche aver rispetto dei tuoi compagni e lavorare con e per loro,perchè nessuno sbaglia di proposito e se tu punti il dito in campo c'è un errore e un giocatore in meno;la disciplina è giocare tutti gli 80 minuti dando tutto quel che hai da dare,senza scoraggiamenti plateali che non servono ad un beneamato...nulla!!!
    A chi piace far polemica ripeto che la deve fare dopo che è stato DISCIPLINATO,e ci sta..prima non è ammessa!
    Una su tutte...la stagione scorsa in Badia-Mogliano si aspettava un giocatore per far la mischia di fronte alla panchina locale;era il tallonatore che era rimasto schierato al largo più o meno alla fine della tribuna prima della club house.Questo,sentito il fischio dell'arbitro,acquisito che c'era da fare la mischia,ha ben pensato di slacciarsi e togliersi il caschetto,far spallucce sconfortato per l'ennesimo avanti in una partita che fino a quel punto era stata abbastanza in bilico e di dirigersi passino passino lentamente verso il punto!
    eeeeeeeeeeeeeeeeee ?!?!?!?!?! Sei il tallonaore!!!Devi esser tu che comandi gli avanti ed il primo ad esser sulla touches e sul punto di mischia!!!
    Questo non per crocefiggere il giocatore innominato,ma tanto per portatr un esempio di quello che non va!!!
    Da giocatore ti/vi dico che i problemi in una società possono esser tanti,enormi,di ogni sorta e genere....ma alla fine chi va in campo sono gli atleti!!!
    Si potrebbe andar avanti ma...porgo i miei saluti e auguri...visto il periodo...e per la stagione sportiva.

    Alessandro

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  2. Alessandro, questo non si discute quando a scendere in campo sono degli atleti "adulti" e il tuo commento calza a pennello per la nostra prima squadra.

    certo è che quando a scendere in campo sono le categorie giovanili allora è più evidente che il problema, se problema vi è... non riguarda soltanto gli atleti.

    Ti ringrazio del contributo.
    E contraccambio l'augurio di buone feste.

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  3. --- La disciplina è innanzi tutto pensare al MIO lavoro e non a quello dei compagni;la disciplina è rispettare le direttive e le scelte tecniche (i 15 che partono titolari)dell'allenatore e non contestarle a priori,perchè se fai quel che ti dice e va male ne parliamo,ma se non lo fai...;la disciplina è anche aver rispetto dei tuoi compagni e lavorare con e per loro,perchè nessuno sbaglia di proposito e se tu punti il dito in campo c'è un errore e un giocatore in meno;la disciplina è giocare tutti gli 80 minuti dando tutto quel che hai da dare,senza scoraggiamenti plateali che non servono ad un beneamato...nulla!!!
    A chi piace far polemica ripeto che la deve fare dopo che è stato DISCIPLINATO,e ci sta..prima non è ammessa! ---

    Diciamo che al campo stiamo cercando di lavorare sopratutto su questo.. ma l'essere disciplinati in campo penso sia una cosa innata o che ti devono trasmettere da piccolo, altrimenti fa molta fatica ad attecchire...
    abbiamo avuto molti problemi all'inizio perchè non ci conoscevamo e non avevamo legato abbastanza, ora dopo queste brutte sconfitte la situazione è ancora più nera perchè i ragazzi hanno meno fiducia nel compagno ed in se stessi... è per questo che dobbiamo rimanere uniti e continuare a lavorare, di sicuro ci riusciremo a togliere più di qualche soddisfazione.
    Grazie, Filippo

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