Rugby San Donà, Calvisano, Cus Verona, Livorno, Fiamme Oro, Recco, Udine... Firenze è soltanto l'ultima brutta figura di un campionato iniziato male e continuato peggio.
E per la Zhermack Rugby Badia quella contro il Firenze rischia di essere solo l'ultima in ordine di tempo.
Mancano due incontri al giro di boa di questo campionato nazionale di rugby di serie A1 e quella di domenica prossima rimane per il quindici polesano l'unica occasione per ottenere punti utili al fine di una classifica oramai compromessa.
E per la Zhermack Rugby Badia quella contro il Firenze rischia di essere solo l'ultima in ordine di tempo.
Mancano due incontri al giro di boa di questo campionato nazionale di rugby di serie A1 e quella di domenica prossima rimane per il quindici polesano l'unica occasione per ottenere punti utili al fine di una classifica oramai compromessa.
La quadra di Tellarini e Spaccamonte domenica prossima 19 dicembre incontrerà in casa a Badia l'Amatori Rugby Milano penultima in classifica con 9 punti. L'ultimo incontro per la Zhermack sarà a Catania domenica 9 gennaio, difronte la squadra siciliana del San Gregorio Catania che ad oggi con 39 punti è seconda in classifica preceduta dal Cammi Calvisano.
Il Badia Rugby affronta un momento cruciale di una crisi che riguarda l'intero gruppo che in campo non sta funzionando.
In uno sport di squadra come il rugby questo non è ammissibile. Addirittura innimmaginabile in un campionato di serie A dove non ci si può nemmeno appellare alle individualità di un giocatore particolarmente dodato che riesca a fare la differenza.
C’è l’imbarazzo della scelta. Il problema non è una persona che non funziona, che non si impegna, che non aiuta la squadra.
Il problema è che in questo momento è il collettivo che non sta funzionando e non stiamo parlando di schemi, di giocate, di manovra efficace, di strategia pianificata ed applicata.
A noi manca un gioco aggressivo, di una difesa arrembante, di un possesso difeso con il coltello fra i denti quelle cose che dovrebbero rientrare nel patrimonio genetico di ogni buon rugbista.
Eppure quando, come domenica scorsa, in campo vedi che mancano il placcaggio in difesa, e il sostegno in attacco, resta veramente poco da fare.
La mancanza di cuore e di testa ha permesso ai toscani di fare il bello ed il cattivo tempo, arrivandondo a rompere la difesa polesana con delle giocate che oltre ad umiliare i padroni di casa risultavano irritanti per chi rispetta questo sport e non concepisce nemmeno nelle giovanili vedere il portatore di palla farsi tutto il campo fino a superare la linea di meta.
Ancora una volta l'appello ai nostri giocatori è di scendere in campo per giocare a Rugby, quello vero fatto prima di tutto di gambe, cuore e testa.
Tre cose che indiscutibilmente ci appartengono... domenica dovranno correre, combattere, ragionare fino ad essere riconoscibili dai nostri avversari.
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