caro Babbo Natale,
ops... mi son confuso! volevo scivere:
...caro Babbo e Mamma, cari Genitori,
ops... mi son confuso! volevo scivere:
...caro Babbo e Mamma, cari Genitori,
io mi trovo in una posizione previlegiata perchè occupandomi del blog del Rugby Badia mi trovo spesso a condividere da vicino le esperienze dei nostri rugbisti più piccoli e spesso chiacchero con i loro allenatori "Educatori".
Oggi condivido volentieri, con voi, la battuta finale di una delle ultime conversazioni con un educatore e lo faccio per parlare ancora una volta di voi, per come vi vedo la domenica assiepati in tribuna, affacciati alla rete, a bordo del campo o addirittura a volte in campo.
Educatore: " credo che una volta varcata la soglia del campo i genitori dovrebbero affidare" i figli agli educatori e fidarsi di ciò che fanno."
Sacrosante parole! ma poi cosa succede?
Analizziamo assieme il comportamento di babbo e mamma e per farlo al meglio li dividiamo in categorie di appartenenza, sicuro che vi riconoscerete e riconoscerete molti dei vostri colleghi genitori:
L' assente:
a detta di molti addetti ai lavori è l'esemplare migliore. Si limita a portare il figlio ai cancelli di ingresso degli impianti sportivi. Incurante della stagione non scende mai dall'auto, saluta il figlio inarcando il ciglio dell'occhio destro e la maggior parte delle volte delega a terzi il viaggio di ritorno a casa del figlio. Stimato da dirigenti ed allenatori per la sua riservatezza che viene vista come una fiducia totale nell'operato della società sportiva.
L' apprensivo:
Fase che caratterizza la maggior parte dei genitori delle under più giovani, qualche irriducibile lo si può trovare anche nelle categorie maggiori.
Apparentemente normale, appartenente ad ogni classe sociale indipendentemente dal grado di istruzione adotta comportamenti seriali che si contraddistinguono nelle diverse fasi pre e post gara.
Il suo terreno d'azione è lo Spogliatoio: deve essere presente, impossibile impedirglielo. Incurante del pericolo accompagna ed assiste il figlio nello spogliatoio, prima e dopo gli incontri.
In trasferta: appena scende dall'auto il suo pensiero va alle doccie, ci saranno non ci saranno?... sarà calda l'acqua? Entra agli impianti sportivi e si preoccupa subito di individuare lo spogliatoio assegnato.
E' il primo a varcare la soglia dello spogliatoio e occupa lo spazio vitale per il figlio, che nel frattempo si è seduto vicino all'amico del cuore. Come un sarto veste il figlio da testa a piedi curandosi dell'orlo dei calzettoni, di allacciare le scarpe e termina con la classica carezza che nasconde un'ultima sistemata al capello del bambino.
ndr: non deve fare la comunione, di li a pochi minuti sara in un fangosissimo campetto di rugby, legare bene le scarpe passi ma tutto il resto...per cortesia!
Finita la partita: entra nello spogliatoio, si dirige veloce alle doccie, apre l'acqua calda a tutta forza occupa con sciampo-bagnoschiuma-ciabatte-paperella di gomma la doccia assegnata al proprio figlio e si reca al reparto spogliatoio per aiutare il piccolo a svestirsi.
Prende in braccio il cucciolo d'uomo e lo dposita alla doccia che, nel frattempo si è trasformata in una sauna. Certe nebbie da vapore acqueo che ricordano alcuni novembre di una decina d'anni fa in val padana.
Mentre il figlio si lava, lui ripone con cura gli indumenti negli appositi vani della borsa da gioco. Poi occupa l'unica postazione phone e aspettando simula di aver freddo le mani e gioca con l'aria calda.
Fase che caratterizza la maggior parte dei genitori delle under più giovani, qualche irriducibile lo si può trovare anche nelle categorie maggiori.
Apparentemente normale, appartenente ad ogni classe sociale indipendentemente dal grado di istruzione adotta comportamenti seriali che si contraddistinguono nelle diverse fasi pre e post gara.
Il suo terreno d'azione è lo Spogliatoio: deve essere presente, impossibile impedirglielo. Incurante del pericolo accompagna ed assiste il figlio nello spogliatoio, prima e dopo gli incontri.
In trasferta: appena scende dall'auto il suo pensiero va alle doccie, ci saranno non ci saranno?... sarà calda l'acqua? Entra agli impianti sportivi e si preoccupa subito di individuare lo spogliatoio assegnato.
E' il primo a varcare la soglia dello spogliatoio e occupa lo spazio vitale per il figlio, che nel frattempo si è seduto vicino all'amico del cuore. Come un sarto veste il figlio da testa a piedi curandosi dell'orlo dei calzettoni, di allacciare le scarpe e termina con la classica carezza che nasconde un'ultima sistemata al capello del bambino.
ndr: non deve fare la comunione, di li a pochi minuti sara in un fangosissimo campetto di rugby, legare bene le scarpe passi ma tutto il resto...per cortesia!
Finita la partita: entra nello spogliatoio, si dirige veloce alle doccie, apre l'acqua calda a tutta forza occupa con sciampo-bagnoschiuma-ciabatte-paperella di gomma la doccia assegnata al proprio figlio e si reca al reparto spogliatoio per aiutare il piccolo a svestirsi.
Prende in braccio il cucciolo d'uomo e lo dposita alla doccia che, nel frattempo si è trasformata in una sauna. Certe nebbie da vapore acqueo che ricordano alcuni novembre di una decina d'anni fa in val padana.
Mentre il figlio si lava, lui ripone con cura gli indumenti negli appositi vani della borsa da gioco. Poi occupa l'unica postazione phone e aspettando simula di aver freddo le mani e gioca con l'aria calda.
ndr: ma hai mai pensato se facessimo tutti come fai tu!... di sicuro non basterebbero nemmeno gli spogliatoi del più grande stadio del mondo. Pensaci la prossima volta che entri nello spogliatoio. Lo spogliatoio è dei bambini.
Quando tutti se ne sono andati entra ancora diverse volte negli spogliatoi per controllare se il figlio ha dimenticato qualcosa.
Il disturbatore:
A volte è la naturale evoluzione dell'apprensivo ma riesce a dare il meglio di se durante le fasi del gioco.
Riesce a distrarre una intera squadra e immancabilmente le ira dell'allenatore.
Iniziano le partite e lui?....
chiama il figlio per il fazzoletto, poi per il berretto, poi per il kway, poi ancora per il fazzoletto.
Hai sete?... Hai fame?...questa mattina non hai neanche fatto colazione, mangia qualcosa.
Ti scappa la pipi?...vai a fare la pipi che è da questa mattina che non la fai.
Ti devi soffiare il naso? ndr: ma se ogni due minuiti entri in campo con il fazzoletto e lo soffi al volo tipo lanci di spugne sul Pordoi durante il giro d'Italia, cosa gli domandi ancora se deve soffiarsi il naso!!!
Il fotografo:
Sovente ha speso un capitale in attrezzatura. ndr: se te la cavi a fotografare non hai necessariamente bisogno di apperecchi così costosi.
La sua attività inizia giorni prima delle gare, si informa su dove si gioca e se vi è accesso ai campi di gioco.
Alla triste notizia della presenza di recinzione a bordo campo non si perde d'animo.
Contatta la società ospitante e si spaccia per fotografo professionista, giornalista, amico dell'amico.... presidente di una onlus. Tutto per ottenere un "PASS", la leggenda narra che per un pass "ALL AREA" al Torneo topolino i bagarini lo vendessero all'esterno della Ghiralda a cifre a otto zeri.
Il genitore fotografo, si immedesima così tanto nella sua missione da pretendere di essere privilegiato rispetto a tutto e a tutti.
Guai a voi allenatori, sciagura a voi educatori se gli passate davanti per seguire l'azione della vostra squadra. Lui sta fotografando! e allora vi si mette giusto sulla linea, così da obbligarvi a passargli dietro.
Non parliamo di quando non c'è recinzione e tutti i genitori si avvicinano al bordo del campo, "lui deve fotografare" ed entra direttamente nel terreno di gioco.
Sempre la leggenda narra di fotografi rimasti incastrati nella ruck o addirittura di giocatori diretti a meta costretti ad evitare il contatto con l'ultimo fotografo con un calcetto a scavalcare.
Ma non è tutto, abbiamo detto che la sua attività è iniziata molti giorni prima delle gare. Bhè... terminerà il suo lavoro molti giorni dopo il rientro a casa.
Migliaia di immagini da visionare, selezionare, modificare, pubblicare.
Nel migliore dei casi, coinvolge tutta la famiglia nel lavoro di assemblaggio o peggio si estranea dalla vita famigliare per riapparire soltanto durante la pausa estiva per le vacanze al mare.
Per oggi ci fermiamo qui, ma riproporremo a breve un'altro articoletto per vedere da vicino altre tipologie di genitore più tecniche come:
Nell'attesa vi ripropongo la frase di un'amica, educatrice, che mi ha detto:
" credo che una volta varcata la soglia del campo i genitori dovrebbero affidare" i figli agli educatori e fidarsi di ciò che fanno."
Ma se questo accadesse davvero, noi genitori...cosa faremmo?
Se ti è piaciuto quest'articolo clicca su "mi piace"
Ogni riferimento a fatti o persone reali o realmente accaduti è puramente casuale. (anche se in un contesto autoironico come il nostro Blog non ci sarebbe nemmeno bisogno di scriverlo) L'articolo si ispira alla fantasia del Blogger che trae spunto dal racconto per invitare il gruppo ad una discussione costruttiva proponendo esempi "grotteschi" che spesso si avvicinano alla realtà, ma che non vogliono in nessun caso descriverla.
Quando tutti se ne sono andati entra ancora diverse volte negli spogliatoi per controllare se il figlio ha dimenticato qualcosa.
Il disturbatore:
A volte è la naturale evoluzione dell'apprensivo ma riesce a dare il meglio di se durante le fasi del gioco.
Riesce a distrarre una intera squadra e immancabilmente le ira dell'allenatore.
Iniziano le partite e lui?....
chiama il figlio per il fazzoletto, poi per il berretto, poi per il kway, poi ancora per il fazzoletto.
Hai sete?... Hai fame?...questa mattina non hai neanche fatto colazione, mangia qualcosa.
Ti scappa la pipi?...vai a fare la pipi che è da questa mattina che non la fai.
Ti devi soffiare il naso? ndr: ma se ogni due minuiti entri in campo con il fazzoletto e lo soffi al volo tipo lanci di spugne sul Pordoi durante il giro d'Italia, cosa gli domandi ancora se deve soffiarsi il naso!!!
Il fotografo:
Sovente ha speso un capitale in attrezzatura. ndr: se te la cavi a fotografare non hai necessariamente bisogno di apperecchi così costosi.
La sua attività inizia giorni prima delle gare, si informa su dove si gioca e se vi è accesso ai campi di gioco.
Alla triste notizia della presenza di recinzione a bordo campo non si perde d'animo.
Contatta la società ospitante e si spaccia per fotografo professionista, giornalista, amico dell'amico.... presidente di una onlus. Tutto per ottenere un "PASS", la leggenda narra che per un pass "ALL AREA" al Torneo topolino i bagarini lo vendessero all'esterno della Ghiralda a cifre a otto zeri.
Il genitore fotografo, si immedesima così tanto nella sua missione da pretendere di essere privilegiato rispetto a tutto e a tutti.
Guai a voi allenatori, sciagura a voi educatori se gli passate davanti per seguire l'azione della vostra squadra. Lui sta fotografando! e allora vi si mette giusto sulla linea, così da obbligarvi a passargli dietro.
Non parliamo di quando non c'è recinzione e tutti i genitori si avvicinano al bordo del campo, "lui deve fotografare" ed entra direttamente nel terreno di gioco.
Sempre la leggenda narra di fotografi rimasti incastrati nella ruck o addirittura di giocatori diretti a meta costretti ad evitare il contatto con l'ultimo fotografo con un calcetto a scavalcare.
Ma non è tutto, abbiamo detto che la sua attività è iniziata molti giorni prima delle gare. Bhè... terminerà il suo lavoro molti giorni dopo il rientro a casa.
Migliaia di immagini da visionare, selezionare, modificare, pubblicare.
Nel migliore dei casi, coinvolge tutta la famiglia nel lavoro di assemblaggio o peggio si estranea dalla vita famigliare per riapparire soltanto durante la pausa estiva per le vacanze al mare.
Per oggi ci fermiamo qui, ma riproporremo a breve un'altro articoletto per vedere da vicino altre tipologie di genitore più tecniche come:
- L'ex rugbista.
- L'allenatore.
- Il dirigente accompagnatore.
- Il presidente.
- Il tifoso urlante.
- L'esperto di terzo tempo.
- Il bravo genitore.
Nell'attesa vi ripropongo la frase di un'amica, educatrice, che mi ha detto:
" credo che una volta varcata la soglia del campo i genitori dovrebbero affidare" i figli agli educatori e fidarsi di ciò che fanno."
Ma se questo accadesse davvero, noi genitori...cosa faremmo?
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Ogni riferimento a fatti o persone reali o realmente accaduti è puramente casuale. (anche se in un contesto autoironico come il nostro Blog non ci sarebbe nemmeno bisogno di scriverlo) L'articolo si ispira alla fantasia del Blogger che trae spunto dal racconto per invitare il gruppo ad una discussione costruttiva proponendo esempi "grotteschi" che spesso si avvicinano alla realtà, ma che non vogliono in nessun caso descriverla.
mikke: il fotografo. ma questa è troppo facile... qualcuno ne conosce altri?
RispondiEliminamarco Crivellaro: specie l'Allenatore
RispondiEliminaMikke sei unico.....articolo bellissimo! Speriamo possa fare scuola.
RispondiEliminaArticolo esilarante!!! Ottimo lavoro Mikke!!
RispondiEliminaGrazie Diego,
RispondiEliminami hanno aiutato... l'idea come ho scritto è nata parlando con qualcuno di voi.
Poi io, da genitore, ho fatto un po' di sana autocritica!
grazie a tutti... a sabato sera!
... e la segretaria mai?
RispondiEliminaNon faccio parte del gruppo? Brutti maschi grossisporchicattivi?
Grande Michele!
. . e la segreteria??
RispondiEliminaAnonimo ha detto: marco Crivellaro: specie l'Allenatore.
RispondiEliminaCredo nel rispetto dei ruoli
Marco hai fatto bene a scriverlo, ci credo anche io che nel mio piccolo sono partito seguendo i miei figli e ora mi trovo a documentare tutto il rugby a Badia.
RispondiEliminaFotografo e blogger e papà, non è la stssa cosa di essere l'allenatore del proprio figlio. Credo comunque che si possa far bene entrambe le cose e che le difficoltà siano più negli occhi di chi guarda dal difuori e meno in chi ricopre quei ruoli.