giovedì 24 febbraio 2011

Rugby educativo: Sport e crescita, rugby educativo ed esempi per i bambini.

CERTO CHE QUELL' ALLENATORE E' PROPRIO UNO STRU(n)ZZO!

Ci è già capitato di parlarne nel blog e ne riparliamo oggi in questo post.

Il perchè ritorno sovente sull'argomento è che sono un genitore di due piccoli ruggers.
Da genitore credo fermamente che prima di tutto lo sport aiuti i miei figli a crescere meglio di quanto potrebbero crescere senza.

E non sono pochi i motivi che avvalorano questa semplice considerazione o meglio "speranza".





Breve elenco a memoria di quanto affermato:

SPORT=
movimento, attività fisica
socializzare
rispetto delle regole
valvola di sfogo
valori
rispetto dell'avversario
impegno
risultato
consapevolezza delle proprie capacità
senso di appartenenza

Visto quante cose imparano i nostri figli con lo sport, e chissà quante altre ve ne verranno in mente a pensarci bene.

Tutto merito del rugby?

Facile pensarlo.

Se si frequenta già una società di minirugby capita spesso di ascoltare o dire di quanto sia un'ambiente favorevole alla crescita dei bambini e ricco di valori oramai difficili da trovare in altri ambienti sportivi. (nrd: verissimo!!! infatti ora si parla di educazione e non di rugby, ma questo si vanta di essere un blog di rugby. Quindi è vero, che in questo il rugby è atipico rispetto ad altri ambiti sportivi)

Ma vi è un fattore fondamentale quando parliamo di educazione ed è il confronto tra adulto e bambino, anche in ambito sportivo.
Non soltanto sportivo, basti pensare ad altri ambienti ritenuti educativi per antonomasia come la scuola o la parrocchia e perchè no...la famiglia (oggi termine un po' in disuso quando si parla di educazione ed esempi).
Insomma come nello sport tutti questi ambienti hanno un denominatore comune che è il confronto tra l'adulto ed il bambino.

Se condividete questo pensiero allora val la pena che continuiate a leggere questo post, se invece ritenete che sia il "Rugby" ad educare bene i vostri figli, se pensate che averli iscritti ad una squadra di minirugby abbia esaurito il vostro compito.
In questo caso potete interrompere qui la lettura.

Noi affidiamo i nostri figli agli educatori, la mattina a scuola la domenica in parrochhia e durante la settimana agli allenatori del minirugby.
E' il confronto tra questi adulti ed i bambini che è formativo, allora mettiamo una prima provocazione: come vi preoccupate e disquisite sulle insegnanti dei vostri figli, dovreste farlo anche sugli educatori ai quali li affidate quando vanno a giocare al Rugby.

E' vero avete scelto un'ambiente sano ma il vostro compito di genitori non finisce certo col portali ai campi ed andarli a riprendere.
Gli esempi che i vostri figli avranno o NON avranno verranno dalle parole dette o dai "silenzi" dei loro allenatori e comunque saranno per loro formativi. Nel bene e nel male.

E' si, nel bene e nel male. Nelle cose dette ai vostri bambini e nelle cose taciute. Nei comportamenti che gli allenatori propongono così come nelle mancate proposte o addirittura nelle proposte diseducative che a volte noi adulti serviamo senza misurarne il peso direttamente ai più piccoli.

E ora mi rivolgo direttamente agli allenatori, ma voi ci pensate mai... sono un buon esempiuo per i miei atleti?
Vi è mai sfiorato il dubbio di poter inciampare in episodi, anche se isolati e di diventare un cattivo esempio?

I genitori lo sanno bene, e così lo sanno tutti gli adulti. I bambini sono come delle spugne che assorbono tutto sia nel bene che nel male. E non pensiate di essere al di sopra di ogni sospetto, non nascondete la testa sotto la sabbia perchè se lo fate siete proprio "STRU..n..ZZI"

I bambini sono svegli e se ne acorgono.... si accorgono se fate delle differenze, se usate un linguaggio poco adatto a loro, si accorgono se andate senza averne troppa voglia mentre chiedete loro di impegnarsi, se premiate un comportamento più di un'altro e si accorgono anche che state zitti quando servirebbe una vostra parola.

Siete degli esempi prima di ogni altra implicazione sportiva e lo siete sia nei comportamenti positivi che in quelli negativi.

Sono passati pochi giorni da quando siamo stati invitati alla riunione organizzata per noi genitori, ho pensato che poco si poiteva aggiungere a quanto detto se non ricordare a noi genitori che quando portiamo il nostro bambino al campo lo affidiamo a degli adulti che hanno il difficle compito di educarlo nell'ambito sportivo. E ricordare a voi allenatori che avete in affidamento temporaneo i nostri bambini e questo implica  oltre a pallone, corse, capriole, molta attenzione da parte vostra perchè state lavorando con del materiale umano e state partecipando attivamente all'impegno condiviso con noi genitori di educare questi bambini.

Ogni riferimento a fatti o persone reali o realmente accaduti è puramente casuale.  (anche se in un contesto autoironico come il nostro Blog non ci sarebbe nemmeno bisogno di scriverlo) L'articolo si ispira alla fantasia del Blogger che trae spunto dal racconto per invitare il gruppo ad una discussione costruttiva proponendo esempi "grotteschi" che spesso si avvicinano alla realtà, ma che non vogliono in nessun caso descriverla.





6 commenti:

  1. Complimenti Mikke per l'argomento trattato, direi che questo è senza dubbio l'articolo più interessante del blog, peccato che non ci siano commenti, per capire come la pensano i genitori, gli allenatori e perchè no i giocatori. Da allenatore non posso che aprezzare un articolo come questo, gli spunti di riflessione sono molteplici sia per un allenatore ma credo anche per un genitore piuttosto che per un dirigente.
    Comincio io e chissà che qualcun'altro si faccia avanti così vediamo cosa ne esce....personalmente penso che se c'è un adulto, allenatore genitore o dirigente che sia che pensa che il suo operato sia privo di errori allora spero che questo lasci prima possibile la nostra società. Ognuno di noi commette degli errori tuttavia è sempre più difficile sentire qualcuno che chiede "scusa" e questo credo sia il problema cardine che poi trascina discussioni infinite, rabbie, pregiudizi, litigi che oltre a non servire a nulla danno un esempio pessimo ai ragazzi, che sono veramente il fulcro il motivo per cui ognuno di noi si presenta al campo, perchè pensiamoci bene....senza di loro, nessuno ha senso, pertanto dobbiamo ricordarci che noi siamo molto per loro, ma loro sono tutto per noi! Chiedere scusa ai ragazzi credo possa essere un ottimo sistema di confronto, un'ottima base per costruire rapporti forti e sinceri.
    Infine vorrei fare un appello a tutti quelli che frequentano la nostra società....rispettiamo i ruoli, e quando vogliamo confrontarci, facciamolo senza partire da un giudizio ma da un'opinione, penso che questo potrebbe essere un ottimo inizio....
    Dardani Dario
    Allenatore U. 18 Accademia Rugby Badia.

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  2. sinceramente io nn ho capito il senso di questo articolo. correttissimo qualora ci fossero dei problemi tra allenatori ed i nostri figli, ingiustificato in caso contrario!!! da dirigente della societa' nn avendo rilevato problemi di alcun tipo vorrei rinnovare la mia stima personale a tutti i nostri allenatori ed un ringraziamento per quello che fanno ( e gratuitamente!!!) per le nostre squadre!!! ma se qualcuno avesse notato comportamenti scorretti da parte di qualche allenatore, vorrei ricordarvi che esiste un direttivo dove denunciare ogni cosa. sara nostra cura prendere i dovuti provvedimenti!!!

    grazie dello spazio ed un abbraccio a tutti
    dimitri
    consigliere rugby junior badia

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  3. Carissimo Dimitri,
    guardando solo con gli occhi di un adulto, problemi non ce ne sono mai.

    Parlando invece con i protagonisti del minirugby, ossia i bambini, loro si accorgono eccome:
    ..."se fate delle differenze, se usate un linguaggio poco adatto a loro, si accorgono se andate senza averne troppa voglia mentre chiedete loro di impegnarsi, se premiate un comportamento più di un'altro e si accorgono anche che state zitti quando servirebbe una vostra parola."

    Tutto ciò non è un problema, ma i bambini lo colgono e si fanno una loro idea, molto più schietta, diretta e sincera rispetto a quella di noi grandi.

    Quindi, amichevolmente, da dirigente a dirigente l'unico "dovuto provvedimento" da prendere è osservare attentamente e parlare con i bimbi; loro ti dicono molto di più del già bellissimo articolo di Mikke.

    Un abbraccio e a presto.

    Alessandro

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  4. “…quando vogliamo confrontarci, facciamolo senza partire da un giudizio ma da un'opinione..” la mia riflessione riguardo l’articolo di Mikke parte proprio da un’affermazione fatta da Dario. Perché sentirsi giudicati??? E soprattutto chi ci vuole giudicare??? Io penso proprio nessuno…Partiamo dal presupposto che chi frequenta un ambiente come il nostro lo fa volendo il BENE dei bambini e ragazzi, consapevole di dare un apporto alla crescita formativa dei giovani attraverso uno sport. Sapere quale sia il giusto o il sbagliato non lo si può sapere a priori, sicuramente si agisce nel bene indipendentemente, perché nel nostro ambiente abbiamo condiviso e da sempre difeso valori che devono essere la base della formazione dei nostri atleti. Al massimo un allenatore può adattare, modificare e integrare il proprio metodo in base alle situazioni o ai ragazzi che si trova di fronte (non esiste una metodologia standard da applicare, perché i ragazzi sono unici nel loro genere e come tali presentano caratteristiche fisiche, psichiche e caratteriali diverse). La bontà di un tecnico, a mio avviso, sta proprio nella sua capacità di saper adattare la propria metodologia a chi ha di fronte. Attenzione, non intendo solo il saper insegnare nozioni di uno sport, ma anche e soprattutto il saper entrare in relazione con i propri giocatori; saper capire le loro difficoltà e riuscire insieme a superarle; valorizzare e potenziare le qualità dei propri ragazzi. Insomma un buon tecnico è sicuramente prima di tutto un buon educatore.
    Giustamente Dario ha parlato di confronto che deve portare a un’opinione e non a un giudizio. Un confronto sereno, responsabile e fatto nell’interesse dei bambini e non per mettere a tacere giudizi personali.
    Non me ne voglia Michele, che è colui che CURA questo importantissimo spazio, ma il blog lo sento un pochino anche mio perché in questo spazio ho sempre potuto (quando ho ritenuto opportuno) esprimere le mie opinioni, o semplicemente leggere spunti di riflessioni poi magari condisi davanti a una birra con altri. Il blog è un “lusso” per chi ha seriamente intenzione di comunicare ma non è mai stato e non sarà mai un sostituto del confronto tra educatori (tecnici, genitori, dirigenti). Io tempo fa ho scritto (e poi è stato pubblicato nel blog) un articolo sull’importanza della figura del genitore all’interno dell’ambito sportivo per la crescita del proprio figlio…l’ho scritto con lo stesso spirito con il quale tutti gli articoli di questo blog sono stai scritti (mica perché volevo giudicare i miei “genitori”)…VOLER RIFLETTERE PER CRESCERE INSIEME NEL BENE COMUNE DEI RAGAZZI!!!
    Quindi ben venga ogni articolo o commento che voglia farci confrontare e crescere come è stato fino ad ora!!! Nessuno mai si deve sentire giudicato perché non è questo l’obiettivo di questo spazio!!!
    Io non mi sono sentito giudicato come tecnico o dirigente nella maniera più assoluta…ma leggendo questo articolo ho riflettuto sul mio operato!!!
    Forse troppo poco è il tempo e le occasioni per riflettere nella vita di oggi…ben vengano questi momenti e questi spazi ormai indispensabili per noi!!!


    Responsabile Tecnico Rugby Junior Badia
    Fabio Stevanella

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  5. Io credo che l'articolo di Mikke sia niente più niente meno che uno spunto per tutti noi (allenatori e dirigenti prima di tutto) per fare un'analisi del nostro operato, che sicuramente potrebbe essere fatto meglio (quando avremo raggiunto la perfezione probabilmente riusciremo anche a camminare sulle acque) senza accuse dirette a nessuno. Se ci fossero state gravi mancanze o comportamenti così gravi non dubito che qualsiasi genitore si farebbe giustamente fatto sentire, tuttavia credo che operare pensando sempre di migliorare imparando dagli errori che inevitabilmente facciamo possa essere un'ottima strada per continuare a dare il meglio delle nostre possibilità ai ragazzi.

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  6. Riflessione di un genitore
    Gli articoli dei blog ci portano a riflettere sull’operato di tutte quelle persone che gravitano attorno al rugby: dirigenti, responsabili tecnici, tecnici, ecc..
    Tutte persone che partecipano alla crescita sportiva dei nostri ragazzi.
    A queste persone viene anche chiesto di formare i nostri ragazzi dal punto di vista caratteriale: Rugby come stile di vita.
    Compito sicuramente di grande responsabilità.
    Loro accettano il compito e credo, lo facciano cercando in ogni momento il confronto con le persone che gli stanno attorno nello sport e nella vita.
    I nostri figli passano qualche ora la settimana con queste persone e spetta anche a noi metterle nelle condizioni di svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi.
    E’ prima di tutto in noi che deve crescere la consapevolezza che “Il Rugby” possa dare ai nostri figli uno “Stile di Vita”.
    Credo debba partire da noi la formazione dei nostri figli verso il “Rugby”.
    Non facciamo gli “Stru..(nn)..zzi” lavoriamo per la crescita del Rugby.
    Marco

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